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RIFORMA DELLE PENSIONI: «OPZIONE DONNA» È DA RENDERE STRUTTURALE

riforma delle pensioni

In tema di riforma delle pensioni, il Ministro del Lavoro Andrea Orlando rilancia la proposta di rendere strutturale Opzione donna.

A oggi prorogata solo per il 2022, per consentire la via d’uscita delle lavoratrici secondo il ricalcolo contributivo.

Riforma delle pensioni: riparte la discussione

Riparte il tavolo di discussione sulla riforma delle pensioni, con il Ministro del Lavoro Orlando intenzionato a collocare Opzione donna in un orizzonte di tempo più ampio.

Il Ministro parla di rendere «strutturale o pluriennale» la possibilità per le lavoratrici di uscire anticipatamente dal lavoro, con il ricalcolo contributivo dell’assegno, se in possesso del requisito di almeno 58 anni d’età (59 nel caso delle “autonome”) e 35 di versamenti.

A oggi, il pensionamento anticipato con Opzione donna è stato prolungato dall’ultima legge di bilancio fino al 31 dicembre 2022. Secondo le stime del governo, sono 17mila le lavoratrici in possesso dei requisiti richiesti, per un costo di poco superiore ai 111 milioni. La cifra dovrebbe salire a 28.200 trattamenti nei dodici mesi successivi e successivamente a 29.100 assegni nel 2021, con una spesa di circa 500 milioni.

Disparità di genere e pensioni

È stato Inps, negli ultimi mesi, a soffermarsi sulla disparità pensionistica di genere.

Il presidente dell’Istituto previdenziale, Pasquale Tridico, ha ricordato che le disuguaglianze salariali si trasformano in disuguaglianze pensionistiche.

Lo confermano gli importi delle pensioni delle donne: in media sono più bassi del 27% rispetto a quelli degli uomini, con assegni medi mensili di 1.352 euro contro 1.863 euro.

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