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Raccolta differenziata in condominio, cosa accade se è fatta male?

raccolta differenziata

Se la raccolta differenziata in condominio è fatta male, chi deve rispondere alle sanzioni? Sul tema ha fatto chiarezza la Cassazione, che si è espressa con una sentenza spiegando cosa accade e come si deve procedere nel momento in cui si riceve una notifica di ingiunzione di pagamento per la violazione del regolamento sui rifiuti urbani. Vediamo quanto spiegato nel dettaglio e cosa è importante sapere.

Raccolta differenziata, le sanzioni in condominio

Con la sentenza n. 4561, la Corte di cassazione ha spiegato chi deve rispondere per le sanzioni conseguenti agli errori commessi nella gestione della raccolta differenziata dei rifiuti. Secondo quanto chiarito, se la raccolta differenziata in condominio è fatta male, l’amministratore di condominio è salvo. Egli infatti non risponde, neppure in solido, per la raccolta differenziata in condominio fatta male, a patto che non venga dimostrata una sua responsabilità diretta.

Secondo la Suprema corte, l’amministratore, che svolge la propria attività sulla base di un contratto di mandato, “può essere chiamato a rispondere, anche nei confronti di terzi, soltanto per atti propri, sia commissivi che omissivi, e non anche non per le condotte poste in essere dai condomini”. La Cassazione ha quindi spiegato che non c’è alcuna norma di legge o principio in materia che “autorizza la conclusione di imputare a titolo di responsabilità solidale all’amministratore di condominio eventuali violazioni poste in essere dai singoli condomini”. 

La responsabilità dell’amministratore secondo la Cassazione

Ma non solo. Secondo quanto precisato dalla Cassazione, non si può inoltre far discendere la responsabilità dell’amministratore di condominio dalla “disposizione dell’art. 14, comma 7, del regolamento per la gestione dei rifiuti urbani del comune di Roma, approvato con deliberazione del consiglio comunale n. 105 del 12 maggio 2005, che fa espressamente obbligo agli utenti e all’amministratore di custodire e utilizzare correttamente i contenitori assegnati al condominio”.

Questo perché tali obblighi, di custodia e di utilizzazione, confermano che “la responsabilità dell’amministratore per la violazione di siffatte norme regolamentari può configurarsi soltanto in via diretta e non anche in via solidale, per il mancato o non corretto adempimento dei doveri di custodia e di utilizzazione. Disposizioni del genere colpiscono, infatti, condotte proprie, poste direttamente in essere da uno o più soggetti, senza prospettare alcun collegamento a carico dell’amministratore in termini di solidarietà con l’autore della non corretta utilizzazione del cassonetto dei rifiuti”.

Raccolta differenziata in condominio, chi paga le multe

L’amministratore di condominio non può quindi essere chiamato a rispondere per la raccolta differenziata dei rifiuti fatta male, a meno che “sia dimostrata una sua responsabilità diretta, per avere materialmente concorso, con atti o comportamenti, alla commissione delle infrazioni contestate dall’ente locale”. Ma se questa condizione non sussiste, l’amministrazione di condominio è solo colui che può essere destinatario della sanzione amministrativa, in qualità di legale rappresentante dei condomini. A quel punto, l’amministratore di condominio dovrà informare tempestivamente l’assemblea condominiale della ricezione di tale provvedimento amministrativo, “affinché la stessa possa tempestivamente decidere se provvedere o meno alla sua impugnazione e dare disposizioni sul pagamento dell’importo in tal modo richiesto”.

Ne consegue dunque che, qualora non si riesca a individuare il colpevole della violazione regolamentare, la sanzione per la raccolta differenziata fatta male dovrà essere pagata dall’amministratore attingendo al conto corrente condominiale e la relativa spesa dovrà poi essere suddivisa pro quota tra tutti i condomini.

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