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Abuso edilizio, a chi spetta fare ricorso

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Il Consiglio di Stato è intervenuto in tema di abuso edilizio e ha spiegato chi può presentare ricorso chiedendo la demolizione delle opere. Vediamo quanto chiarito.

Oggetto del contendere nel caso esaminato dal Consiglio di Stato è la realizzazione di una tettoia e di un pergolato sull’area pertinenziale di un fabbricato.

In seguito alla segnalazione dei vicini di presunte irregolarità nella realizzazione di tettoia e pergolato, il Comune ha ordinato di riportare le opere alle dimensioni previste nella Scia, ma non ne ha imposto la demolizione. I vicini hanno quindi presentato ricorso sostenendo che “le opere, in contrasto con il contesto territoriale, avrebbero provocato il deprezzamento della loro proprietà”.

Con la sentenza 756/2022, il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso e ha spiegato che non è sufficiente essere vicini o confinanti.

Tale condizione “non giustifica l’interesse ad agire e non presuppone una correlazione tra l’intervento e il potenziale danno”. Bisogna fare una valutazione caso per caso.

Nello specifico, come segnalato dal Consiglio di Stato, bisogna “verificare l’aumento del carico urbanistico, il rispetto delle distanze” ed è in particolare necessario “fornire una prova concreta del danno provocato dall’intervento”.

Non basta dunque ipotizzare che le opere provochino un danno economico, bisogna dimostrare il danno subito.

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