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Elezioni 2018, le proposte dei partiti sull’immobiliare: Daniele Pesco (M5S)

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ELEZIONI: Il terzo appuntamento del ciclo “Il mondo immobiliare incontra la politica”, organizzato da Confedilizia, ha visto protagonista Daniele Pesco del Movimento 5 Stelle. Obiettivo di questa serie di incontri è quello di illustrare e spiegare quali sono gli interventi che si potranno fare nella prossima legislatura a proposito del settore immobiliare.

L’incontro si è aperto con il tema relativo alle locazioni turistiche, cioè alla possibilità di “sfruttare” il patrimonio immobiliare – spesso in difficoltà – per l’affitto breve. Come sottolineato dal presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, in particolare Daniele Pesco è autore di una proposta di legge che ha presentato in Parlamento alla Camera, ma che non ha avuto il seguito che secondo l’organizzazione dei proprietari di casa avrebbe meritato.

In merito, Pesco ha detto: “Io ho fatto tre proposte di legge: una sul reddito di cittadinanza, una sugli affitti brevi e una sull’adeguamento antisismico. Sono contento di non aver dimenticato il tema dell’edilizia, che secondo me è fondamentale per il Paese. E’ fondamentale per la locazione turistica, è importante perché è un settore trainante ed è importante perché in Italia siamo famosi per due cose: il risparmio bancario e l’investimento immobiliare. E quindi sono due settori, secondo me, da tutelare. E su questo il Movimento 5 Stelle si deve impegnare tantissimo”.

Pesco ha quindi aggiunto: “Quello delle locazioni brevi è un tema di attualità, perché molti cittadini hanno a disposizione delle risorse immobiliari e in questi ultimi anni hanno pensato di sfruttarle per la locazione breve. Preferisco non parlare di locazione turistica, in quanto spesso le locazioni brevi vengono utilizzate anche per seguire un familiare ammalato in un’altra città o per motivi di lavoro”.

E ancora: “Il nostro scopo era quello di far venire a galla un po’ di nero e abbiamo pensato di cercare un incentivo per far emergere questi redditi provenienti dalle locazioni brevi. L’idea era quella di far dichiarare subito questi redditi offrendo un’agevolazione fiscale. Abbiamo ragionato sui sistemi che vengono utilizzati per affittare la casa per brevi periodi e quindi alle piattaforme Internet e abbiamo pensato di far trattenere direttamente alla piattaforma la parte fiscale e poi farla versare dalla stessa piattaforma allo Stato. Dopo audizioni in Commissione Finanze, dopo risoluzioni depositate e discusse, dopo incontri anche con l’Agenzia delle Entrate per capire se potesse essere fattibile oppure no, abbiamo depositato questa proposta di legge: se una persona affitta casa per brevi periodi e dichiara ciò che ha incassato entro 60 giorni dalla fine del mese in cui ha affittato l’immobile, può avere un’agevolazione fiscale di una cedolare secca al 10%. L’obiettivo di questa proposta di legge è quello di garantire l’emersione di redditi non dichiarati. Per noi era importantissimo provare con una tassazione più bassa, perché abbiamo visto che negli anni la cedolare secca ha funzionato. Questa proposta è piaciuta ed è stata copiata dagli altri, ma male. Tant’è che hanno messo l’obbligo della cedolare secca al 21%, l’obbligo per le piattaforme di dichiarare l’elenco dei propri clienti, l’obbligo per gli intermediari di versare allo Stato. Troppi obblighi, quando invece noi puntavamo sulla facoltà. C’è poi il problema degli intermediari esteri e lì bisogna cercare di fare delle convenzioni. Secondo noi era importante agire in questo senso. Il governo ha voluto fare una cosa diversa e purtroppo, secondo me, non si è ancora raggiunto l’obiettivo”.

Per quanto riguarda poi la tutela del risparmio immobiliare e l’impegno per far sì che venga corretto quell’eccesso di tassazione patrimoniale sugli immobili che si è creato a partire dal 2012, Pesco ha affermato: “Ammetto la nostra colpa di non aver preso adeguatamente in considerazione il settore immobiliare all’interno del nostro programma, questo perché il nostro programma è abbastanza stringato e non si parla molto di immobili. In questi cinque anni, però, ci siamo dedicati molto al settore immobiliare, tant’è che appena entrati in Parlamento ci siamo impegnati per riuscire a togliere l’Imu sulla prima casa. Ma poi abbiamo avuto altre tasse sull’abitazione. Anche lì serve razionalità, serve riuscire magari anche a unificare le imposte e cercare di fare ordine. Secondo noi la priorità non è quella immobiliare, nel senso che bisogna creare assolutamente occupazione. L’immobiliare può essere uno dei ganci trainanti per creare maggiore economia, quindi investimento sull’immobiliare. E su questo ci siamo concentrati molto, ad esempio per quanto riguarda la stabilizzazione degli incentivi fiscali e la cedibilità delle detrazioni fiscali. In merito all’imposizione, ci siamo focalizzati più che altro sulla parte produttiva del Paese, quindi sull’aumento della deducibilità dell’Imu per i proprietari che esercitano la professione all’interno di quegli immobili. Ci rendiamo conto che l’imposizione fiscale è più alta rispetto a quella di altri Paesi europei e dobbiamo capire cosa è necessario fare per far ripartire il settore. Riducendo l’imposizione fiscale anche sull’immobiliare si possono avere maggiori investimenti e questa è una cosa da perseguire in ogni settore, in modo specifico proprio sull’edilizia. E qui mi ricollego sull’antisismica”.

Sul fronte dell’antisismica, Pesco ha spiegato: “Secondo me ha una finalità più pubblica finanziare magari al 100% l’adeguamento antisismico per chi non ha risorse da investire su quell’immobile. In Italia abbiamo chi non ha disponibilità economica e chi ne ha, ma magari ha un immobile già sistemato. Avvicinandomi al concetto di social lending, ho pensato di poter sfruttare questa disponibilità finanziaria per chi non ha denaro da investire sul proprio immobile. Abbiamo pensato a un social lending garantito dallo Stato, dove persone che hanno risorse possono versarle in questo fondo pubblico alimentato da privati che finanzierà con questi soldi interventi di chi ha una casa e non riesce a ristrutturarla perché non ha denaro a disposizione. Chi versa i soldi ottiene una detrazione fiscale. Questa potrebbe essere una soluzione per partire e per riuscire a incrementare l’attività edilizia su un patrimonio italiano parecchio vetusto e non in regola dal punto di vista antisismico. Si tratta di una proposta di legge che abbiamo depositato e che ci impegneremo a portare avanti quando saremo al governo”.

Pesco ha poi detto che il Movimento 5 Stelle è contrario alla flat tax, “perché abbiamo fatto la nostra proposta di revisione delle aliquote Irpef con una riduzione del prelievo fiscale rispetto a quello attuale e la copertura finanziaria c’è”.

Sul fronte della cedolare secca sugli affitti non abitativi, Pesco ha detto: “E’ un’idea che il M5S sposa, ma ci siamo avvicinati a quest’idea un pochino in ritardo e non siamo riusciti a inserirla in programma. L’impegno sulla cedolare secca c’è e bisogna utilizzarla anche in settori come quello produttivo”.

Un altro tema sul quale è stata sollecitata una riflessione è quello della giustizia, ossia del rientro in possesso dell’immobile al termine della locazione e degli interventi in caso di occupazione abusiva di immobili. In merito, Pesco ha detto: “Sono d’accordo sul fatto che vadano velocizzate le procedure nel caso di un proprietario che voglia tornare in possesso del proprio immobile qualora l’inquilino non sia in regola con l’affitto, ma allo stesso tempo bisogna porsi il problema della locazione, soprattutto sul fronte del reddito. Ci sono persone che sono in affitto, pagano e poi perdono il lavoro e non hanno quindi più reddito. In quel caso bisogna creare una garanzia anche pubblica per fare in modo che queste persone possano arrivare a pagare l’affitto e a ottemperare i propri obblighi. In questo caso, una risposta può essere il reddito di cittadinanza. Noi vogliamo dare a una persona la possibilità di vivere serenamente anche nel momento in cui non ha un lavoro e con il reddito di cittadinanza questo riusciremmo a farlo. Secondo noi è importante farlo anche per i proprietari immobiliari, che si troveranno a non dover far sloggiare qualcuno dal proprio immobile, ma dovranno solamente attendere che la persona incassi il reddito di cittadinanza per poter continuare a pagare l’affitto e nel frattempo cercare un lavoro adeguato alle proprie capacità”.

Pesco ha aggiunto: “Poi vi sono altri aspetti sull’occupazione abusiva di immobili, occupazioni che nascono senza un contratto alla base. Anche in questo caso, secondo me, vanno divisi i problemi. Se vi è una famiglia che occupa un immobile in modo fraudolento è necessario intervenire al più presto. Altra cosa, ma è mia opinione personale, sono le situazioni ad esempio in cui diverse famiglie – magari insieme – occupano un immobile sfitto da anni e destinato al settore produttivo. In tal caso, se l’immobile effettivamente è sfitto da anni e il proprietario non ha interesse a impegnarsi per trovare una locazione, dovremmo fare in modo con un intervento pubblico, magari del Comune o della Regione, di trovare un compromesso tra queste persone che hanno necessità di un tetto sotto cui vivere e il proprietario che ha a disposizione un immobile che può essere utilizzato per quel fine. Bisogna analizzare bene il problema per trovare la soluzione più adatta, anche risarcendo il proprietario. Si tratta di un problema globale, che va risolto alla fonte con misure come il reddito di cittadinanza, ma allo stesso tempo è un problema che ha diverse sfaccettature a seconda del tipo di occupazione abusiva o per morosità che si è sviluppata. E’ un tema complesso, sul quale ci impegneremo molto”.